Clima euforico nello spogliatoio, il gruppo sempre più unito e la fiducia non è scalfita dalla situazione infortuni. Allegri si gode il momento e chiede ancora più concentrazione: per il sogno non c’è spazio per altre distrazioni
TORINO – «Siamo la Juve, dobbiamo crederci». Il clima euforico e lo spirito di appartenenza dei più anziani del gruppo fa molta più presa sul resto della squadra. Ci sono momenti in cui diventa più semplice galvanizzare i compagni e la Juventus si trova esattamente nel mezzo di uno di quei momenti. Lo scudetto non è vicino, anzi la logica suggerirebbe la prudenza che Massimiliano Allegri utilizza in tv, ogni volta che lo sfruculiano sullo scudetto. Ma dentro lo spogliatoio bianconero si respira un’altra aria e lo stesso tecnico è meno cinico nello spegnere i sogni di una rimonta che avrebbe qualcosa di leggendario. E se i giocatori sono spinti dall’entusiasmo che genera il profumo di impresa, l’allenatore sa bene che conviene comunque vincere più partite possibili, meglio se tutte, anche per consolidare la qualificazione nella prossima Champions League.
Allegri, tuttavia, l’ha capito il sentimento della squadra e lo approva. Le 13 partite consecutive senza sconfitte, iniziate il 30 novembre a Salerno con il 2-0 alla Salernitana, danno solidità alla fiducia in se stessi dei giocatori, sballottati da un inizio di stagione disastroso e dall’incapacità, nei primi tre mesi, di trovare un po’ di continuità. Ma è lampante che il “Fattore V” ha inciso in modo deciso ad aumentare l’euforia del gruppo: l’effetto Vlahovic ha garantito gol, ma anche il coraggio che infonde l’avere un bomber quasi infallibile e dal talento così esplosivo. Non solo, il ragazzo sprona, incita e trascina, nonostante la giovane età, contagiando tutti con la propria insaziabile fame di successi. La Juventus aveva bisogno di sentirsi più forte per il primo saltino di qualità che, dalle incertezze iniziali, l’ha portata a un livello di consapevolezza e maturità più affidabile. Adesso, anche in condizioni piuttosto estreme come al Franchi, mercoledì sera, la squadra reagisce nel modo giusto, mostrando determinazione. Ne mancavano dieci, che di per sé è un numero di infortunati abbastanza spaventoso per affrontare qualsiasi avversario, ma davanti c’era pure la Fiorentina più assatanata che mai, spinta dal pubblico e dallo spirito vendicatore. Non è bastato a disunire la Juventus, che ha trovato nell’unità dei giocatori la forza per ammortizzare la furia viola e aspettare il momento giusto per azzannare una vittoria forse non estetica, ma certamente energetica.
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